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Londra

marketSono stata a Londra la scorsa primavera con tutta la famiglia. Il sogno di una vita. Conservo tutto ciò che guadagno per poter vedere un posto nuovo all’anno e Londra era nei miei progetti da troppo tempo per potervi rinunciare. Che dire…una città meravigliosa e poliedrica, multirazziale e multitasking, che accoglie tutti. E’ viva, veloce, vivace. La prima cosa che più mi ha colpito è che i londinesi corrono sempre. Abituata alle consuetudini napoletane, sono stata subito travolta sulle scale mobili, da chi le scende di fretta, senza aspettare che loro facciano il lavoro per te. A Londra sulle scale mobili si sta rigorosamente a destra in fila per uno. Ovviamente essendo amante del food vi parlerò principalmente di quello. Lì mangi di tutto, quando vuoi e come vuoi. Pazzeschi sono i mercati di Camden e Borough. Piccolissimi take away offrono ogni ben di Dio.
IMG_4639Dai noodles alle crepes, hot dog, e pizze, chili e carrot cake. Il mio regno. Una bambina al luna park. I Mississipi muffin di Starbucks sono stati il mio pranzo per più di un giorno. Che meraviglia Starbuks, ce ne sarà uno ogni 400 mt. La cosa più fica che ha, sono le prese della corrente per ricaricare gli smartphone e lavorare al pc. Se facesse un caffè decente potrei alloggiare per sempre lì. Un muffin così buono mai mangiato in vita mia: 200 g di puro cioccolato, con all’interno un cuore morbido da schiantarsi! Tappa obbligata da Peggy Porchen, una delle regine del cake design. Un negozietto adorabile, dalle tinte pastello…ordinatissimo e con i tavolini all’esterno per fare colazione al sole (quando c’è). Io ho preso un red velvet muffin, con butter cream…divino. Quartiere che giri, etnia che trovi. Non potevamo esimerci da una mega abbuffata di sushi, che in realtà mio marito ha poco gradito, ed infatti subito dopo siamo andati da un famoso conterraneo partenopeo Mario, che raccoglie, nel suo ristorante centinaia di tifosi napoletani durante le partite di calcio. Taralli, birra e maxischermo. Un mito. Altra tappa obbligata è Hyde Park: tra una nocciolina e l’altra da dare agli scoiattoli fermatevi su una panchina a mangiare un hot dog…applausi alla mia bimba che non ha fatto cadere nemmeno una goccia di ketchup! Se avete bimbi vi consiglio di andare all’ M&M word, occhio che ne uscirete solo due ore dopo e con una busta enorme di M&M, ma la felicità negli occhi dei piccoli sarà una ricompensa enorme! pizzeria londraUna sosta ai più piccoli si può concedere anche nel ristorante italiano a London Bridge…più che per la buona pizza (ma ai miei figli piaceva tanto) per la carineria dei gestori di mettere sul tavolo matite colorate e menù con disegni da colorare mentre si attende il servizio. Pollice verso al cibo nazionale: il fish and chips. Amo il baccalà fritto e sinceramente ero carica di entusiasmo per provarlo, del resto ne avevo sentita tanto parlare. L’ho acquistato in un ristorante/ fast food nella zona fuori la ruota panoramica. Osceno davvero, unto da morire che se si poteva strizzare ci si faceva una nuova frittura. Gita fuori porta a Cambridge, uno spettacolo incantevole. Sembrava di essere stati catapultati nel film di Harry Potter. D’obbligo il pic-nic sul prato, dove i bimbi si sono divertiti da morire, e poi sosta per la mamma in un negozio che IMG_4671mostrava la produzione dei fudge inglesi… con annesso assaggio gratuito! YEP! Il caffè è terribile, diteci addio appena mettete piede sull’aereo, mentre molto buono è il pane. Nei mercati è facile trovarli in decine di tipi e formati. Investite un po’ del vostro tempo per visitare il mercato delle spezie…lì ho comprato del curry straordinario! Se dovessi dire la parte che mi è piaciuta di più della città, è la zona di London Bridge. Buia, particolare, umida, ma è lì che vedevo con gli occhi della fantasia correre Sharlock Holmes. Negli occhi e nel cuore c’è però anche il BigBen, simbolo di una città sempre in movimento, ma forse anche perché ho visto tantissime volte Peter Pan. Sitemi di trasporto perfetti, puliti e precisi. Nothing Hill, Portobello Road, Camden Town, le vie dello shopping, non c’è un angolo che non mi sia piaciuto. Che dire…Mind the Gap 😉

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