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La storia di Napoli passa da ‘A Figlia d’’o Marenaro

Che abbiate la fortuna di vivere o meno in questa città, converrete con me che ‘a Figlia d’’o Marenaro è decisamente uno dei simboli, dei pilastri, dei punti fermi del settore gastronomico di Napoli. Al civico 180 di via Foria, non si può fare a meno di non notare il locale, le persone che lo animano e il profumo che lo circonda passando lì avanti.

a figlia ro marinaro

Un ristorante che oramai è riferimento importante per chi vuol mangiare bene e spendere in maniera adeguata. La qualità si paga e a mio avviso è sempre meglio non lesinare sul cibo, piuttosto che stare male dopo, ma questo merita un discorso a sé. Ma se pensate che questo ristorante sia frutto di una semplice mossa di business vi sbagliate.

Dietro le luci colorate de ‘A Figlia d’’o Marenaro,  dietro le “ranfetelle” di polpo, dietro divise da marinai, c’è una donna forte e coraggiosa, che ha fatto del suo mestiere un mezzo di comunicazione: far arrivare alle persone l’amore per questa città, per la sua gente, per il lavoro stesso.

All’età di 7 anni Assunta Pacifico, questo il nome del comandate di questa nave enorme, era già a lavoro nella “puteca” nel negozio di famiglia. Già sapeva capire se una cozza era fresca o meno, se ‘o purp era cotto nel modo giusto. Rinunciando presto alla vita di bimba, avendo una sola bambola a disposizione è cresciuta molto rapidamente e le stesse privazioni l’hanno resa forte, credibile, una donna vincente. Donna Assunta è famosissima per la sua zuppa di cozze ed è proprio grazie a questo piatto che è riuscita a creare un impero che dà lavoro a tante persone:  60 dipendenti, un ristorante aperto tutto l’anno, visitatori e clienti da ogni parte del mondo e canali social con centinaia di migliaia di follower, sono solo alcuni numeri, ma che val la pena citare per capire cosa può fare la forza volontà, la caparbietà e la tenacia, caratteristiche che la contraddistinguono.

Qualche giorno fa ho avuto modo di conoscerla di persona per il lancio del suo calendario che narra in maniera fotografica la sua storia, dalle origini ai giorni nostri, ma che è anche un excursus della nostra città. Nelle immagini la donna stessa si fonde e confonde con ciò che le sta intorno, mura, strade, palazzi antichi, mare, le fanno da cornice ma sono inseparabili da lei. Le foto di Oreste di Tota respirano e odorando di salsedine, scaldano come il sole, e riscaldano come una tazza di brodo ‘e purp.

E quindi, non si può che augurare lunga vita per a Figlia d’’o Marenaro, diventata oramai Regina.

 Grazie a Valentina Castellano, responsabile comunicazione, per l’invito.

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1 Comment

  • Reply
    'A Figlia d'ò marenaro è tornata: esagerata - Francesca ( e il suo blog)
    17 Febbraio 2018 at 19:24

    […] fatta crescere presto, come già ho avuto modo di raccontarvi nell’articolo del lancio del calendario a lei dedicato, che però ora, meritatamente inizia a raccogliere i […]

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