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Januarius: il vero peccato è non andarci

San Gennaro in questo posto si vede e si sente. Si vede in ogni dettaglio, dalle mattonelle del pavimento alle luminarie, precise e uguali ai monili che si trovano nel Museo del Tesoro di San Gennaro. E si sente perché Francesco Andoli, creatore di questo concept, ne è amante e studioso e ciò gli permette di usare la sua immagine con profondo rispetto e non come burattinaio farebbe con burattino. Januarius, definito anche come “miracolo del gusto”, è una piccola perla da scoprire nel centro storico di Napoli proprio difronte al Duomo, al civico 146/148.

januarius

L’idea, come mi dice lo stesso Andoli, è nata dalla voglia di omaggiare un grande uomo, faccia gialla, e una grande città. La napoletanità si respira a pieni polmoni e Francesco non fa nulla per nasconderla. Perché dovrebbe mai in effetti? Per anni Napoli è stata bistratta, umiliata, derisa e violentata, ora che ai più appare evidente la voglia di rinascita e di cambiamento le persone che hanno sempre creduto in lei si prendono giustamente la loro piccola rivincita.

Se avete voglia di un’anteprima di Januarius, qui il mio video!

Mentre sorseggiamo una favolosa Kbirr, La Januaria, ideata proprio per il suo locale, mi racconta qualcosa di sé e del suo progetto nato un paio di anni fa. Francesco vuole attraverso ogni piccolo particolare enograstronomico e non, dire alle persone che vanno a fargli visita quanto sia una fortuna essere Napoletano. Ma San Gennaro è appeso alle pareti grazie a tantissimi artisti che ne hanno voluto dipingere il volto e le gesta, e ciò fa di questo locale un piccolo museo.

La voglia di rivalsa è presente anche nella scelta pedissequa di prodotti “meridionalisti” che ovviamente usa in cucina ma che vende anche. Già, perché oltre alla pinacoteca, oltre alla cucina e al take away, c’è anche la possibilità di acquistare ciò che si consuma grazie alla bottega. Dall’olio pugliese ai biscotti fatti in casa, dal tonno di Marina di Camerota alla pasta fatta di grani arntichi irpini. E poi i formaggi, salumi, il caffè, i capperi croccanti, i pomodori Corbarino, solo per citarne alcuni. Incantata dalla strutta mi faccio San Tommaso e non me ne voglia il collega che gioca in casa. Mi vien voglia di provare la cucina. Francesco mi propone il suo tagliere di salumi e formaggi, e anche qui scopro che persino i tarallini hanno una  storia particolare ma ciò che mi fa restare estasiata è lo spaghetto ai pomodori , la Santissima Trinità. In questo piatto il famoso less is more la fa da padrone.

Non c’è bisogno di nient’altro se non i pomodori, la pasta, l’olio e il basilico per creare un quadro d’autore esplosivo nel gusto. Ne sono rapita letteralmente. A concludere un assaggio di dolce creato da quel genio di Mario di Costanzo non me lo faccio scappare.

Tutto ottimo, prezzi in rapporto alla qualità offerta,  assolutamente da provare e visto che abbiamo parlato di santità, il vero peccato è non andarci!

 

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