Dove mangiare

Ricci, torzelle e baccalà cena da Re, anzi da Regina!

Il giradischi che suona, con il suo adorabile fruscio, ci accoglie nella sala dal gusto vintage con una splendida cucina a vista. Siamo alla Locanda Mariacarolì, di Sant’Anastasia a pochi chilometri da Napoli. Il nome del ristorante gestito da Salvatore Piccolo e dalla sua compagna deve il suo nome proprio alla Regina Maria Carolina famosa moglie di Re Ferdinando, meglio conosciuto come Re Nasone, che come si sa amava molto la cucina, soprattutto quella partenopea.

Questa cittadina, molto famosa anche per la vicinanza con il Santuario della Madonna dell’Arco che richiama fedeli in processione da tutto il mondo, è anche la storica capitale del baccalà. Se si vuol mangiare dell’ottimo baccalà un napoletano sa che deve recarsi ai piedi del Monte Somma dove ci sono realtà storiche che lo offrono in tutti i modi.

Questa locanda le sfida da un anno e direi che se la cava davvero egregiamente. La carta vincente è oltre all’atmosfera sobria ed elegante di questo posto, curato nei minimi dettagli con particolari di design molto interessanti, è in assoluto la ricerca costante e attenta di Salvatore che restando molto attaccato al territorio offre ai suoi clienti solo il meglio che il mare e la terra può generare. Spesso infatti è costretto a modificare il menù in base alle condizioni atmosferiche.

Se è mal tempo i ricci non ci sono, dice. Non ho nessun tipo di freezer o surgelatore! Ci tengo a dare solo prodotti freschi e genuini. Non si può che approvare la scelta a mio avviso.

La serata ha come protagonisti dei piatti appunto i ricci, le torzelle e il baccalà. Se sui ricci e sul baccalà siamo tutti d’accordo, vi posso dire che le torzelle dopo un periodo di disuso stanno tornando in auge e meno male perché si tratta di una varietà di cavolo molto buono ma oltre ad essere buono è anche molto bello, vanta infatti foglie verdi brillanti e ricciolute, tanto che è stato usato anche come pianta decorativa per abbellire i centro tavola.

Ecco il menù, da Regina, della serata alla locanda Mariacarolì:

“Uovo di quaglia nel suo nido e filetto di acciuga del Mar Cantabrico”: un bocconcino delizioso, perfetto il contrasto tra morbido dell’uovo stesso con il nido fritto. Ottima la nota sapida data dall’acciuga.

Si prosegue con la  “Polpetta di stoccafisso in crosta di mandorla su crema Parmentier allo zafferano” e la  “Seppia di scoglio scottata su crema di fagiolo dente di morto di Acerra e torzella croccante del Monte Somma”. Se la seppia mi è sembrata leggermente piatta, la polpetta l’ho trovata molto stuzzicante.

Andiamo avanti con quello che a mio avviso è stato il colpo da maestro: “Spaghetti Selezione Gentile, cacio e ova di riccio di mare” qui Salvatore ha sottolineato più volte che per i suoi piatti utilizza solo ricci femmina perché i maschi sono poveri nel gusto. C’è da dire che al tavolo dei blogger e giornalisti questo piatto ha scatenato grandi discussioni per la presenza di una grattugiata di limone. Io l’ho trovata perfetta, perché pur piacendomi molto il riccio, la nota agrumata gli ha dato una spinta in più, mantre per alcuni era too much. Ma credo davvero che sia a questo punto una questione di gusti.  Lo chef ci propone “Filetto di baccalà in olio cottura, crema di papaccella agrodolce e finocchio croccante” , sapido e morbido, un piatto da ordinare senz’altro.

Le proposte salate finiscono qui e veniamo addolciti da dolci che proprio interessanti: Salvatore ci propone un pre dessert  a base di “Pane cafone, burro e pellecchiella” poggiato su un cucchiaino che ricorda molto la merenda d’infanzia, si prosegue con il “Fior di Fuscella” , rivisitazione di un dolce antico, tipico di queste parti e per finire una chicca impagabile: lo zabaglione messo direttamente nel guscio di un uovo: e qui si chiudono gli occhi e ci si ricorda della nonna che lo sbatteva a mano fino a farlo diventare bianco e pieno di bolle.

Complimenti a questo giovane cuoco, ricco di ispirazione e inventiva che ha retto bene durante una cena in cui aveva parecchi occhi puntati e che di certo può solo migliorare.

Abbiamo bevuto in abbinamento i vini dell’azienda vesuviana Villa Dora.

La Locanda Mariacarolì vi aspetta in

Via Giuseppe Garibaldi 23 / 25
Sant’Anastasia
081 897 1987

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